CARNEVALE
(Arlecchino e Colombina di Giovanni Domenico Ferretti)
Dalle finestre
aperte
sul letto
sfatto
della domenica
mattina
a tarda ora
entrano i
profumi
del sugo e del
ragù
di carne
e di
manicaretti vari
che le mamme
preparano
in cucina
per ospitare il
pranzo
dei parenti
e mentre la
sveglia
suona il suo
silenzio
oggi che anche
lei
ha il suo turno
di riposo
la notte lenta
ci abbandona
ch’è già tardi
tra uno sbuffo
di caffè
le chiacchiere
di carnevale
e la voglia di
alzarsi che non c’è
inizia piano la
giornata
e tra due ore
appena
a quella tavola
imbandita
dovrai sedere
pure tu
ma non hai fame
e nessuna
voglia di mangiare
l’ennesima
abbuffata
di questo
carnevale
eppure sai che
lo dovrai ben fare
perché non si
tradisce la famiglia
piuttosto muori
tu
dentro di te
ma un rifiuto
sarebbe
uno sgarro troppo
grande
che non ti puoi
permettere
e allora vai con
i doveri
e mentre stai a
pensare
alla tua farsa quotidiana
e a quante
persone
dovrai oggi a
pranzo
a mala pena
sopportare
arriva l’ennesimo
messaggio
della chat dei
compagni del liceo
si son dimenticati
oggi
di dare il bel buongiorno
chissà che
avranno
fatto in questa
notte brava
tra le braccia
di lascive e languide donnine
mentre la zia
Elisa bruciava tutti sul tempo
col gallo della
festa che fa chicchirichì
e che si
illumina sul tablet
facendoti
riaprire lestamente gli occhi
tra un sogno e
l’altro
ma meglio così
svegliarsi di
soprassalto
che stava
passando in carrellata
un incubo sull’ultimo
collegio
… e non vi dico
gli animali…
ed eccomi qui
alzate il
sipario
inizi la festa
si dia il via
alle danze
quest’anno come
mi vesto?
Faccio Colombina?
Non so…
forse mi chiudo
in casa
e non partecipo
rifiuto il
carnevale in calendario
tanto qui c’è
da ridere ogni giorno
con la comicità
del dramma
e dell’eterno
ritorno
mentre nulla
cambia
e tutto resta
uguale
e tra
coriandoli e festoni colorati
trucchi a
maschera
per coprire i
volti
fingiamo di
salire ogn’ora sulla scena
e continuiamo
senza fine
così a recitare
la commedia
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