DA REDIPUGLIA AL LIBANO (MISSIONI DI PACE)
Al sacrario sulla montagna
vi è una croce
immobile abbandonata
il vento la trapassa da anni
simbolo di Storia
inno di libertà al sangue dei caduti
io sola sulle scale invoco la tregua
con i piedi ben saldi a terra e
le scarpe impolverate
Quanta strada ho fatto!
penso a quando dovrò dirti addìo,
soldato, vederti partire
in missione di pace
oh la pace
vorrei dirti qualcosa, parlarti,
vorrei dirti del mondo
dell'odio immenso che distrugge
senza seppellire
...mi piace ricordarti così
quando andrai lontano
quando il nemico vigliacco
ti ferirà a morte
senza avere il coraggio
di guardarti negli occhi
un'ultima volta
allora, prima di cadere
ricorderai il mio addìo
e le parole d'amore
che ancora ti sussurravo
mentre andavi via
e mi vedrai come un'ombra
col fazzoletto in mano
ad asciugare il pianto
a sventolare e a gridare "t'amo"
e poi non sentirai più niente
richiamato a questa terra d'odio e di violenza
nemmeno i fucili sentirai e i cannoni sparare forte
e le urla delle madri disperate,
delle amanti, dei figli e dei compagni
e tutto, tutto sarà finito
come se non fosse stato nulla
cancellati secoli di storia
di cultura, di arte e di politica
solo l'aquila griderà il suo strazio
e il vento ululerà al lupo
e Dio comincerà il suo pianto
perché lui (oh, Lui sì!)
ha più pietà dell'uomo
e guarda con compassione il carnefice
proprio come la sua vittima
e tuonerà "Guai, guai a voi, che siete ridotti
simili alle bestie, che si uccidono l'un l'altra
per la sopravvivenza. A voi avevo dato l'intelletto
guardate in quanto odio l'avete trasformato"
non chiamatele missioni di pace, ve ne prego
non c'è pace dove i fucili sono pronti a sparare
e quando il nemico irrompe, l'altro ha il dovere di colpire
poi sarà il silenzio tutt'intorno, in segno di disprezzo
e sarà peggio che l'Apocalisse,
perché sarà il castigo del Padre Eterno,
per avergli ucciso il Figlio un'altra volta,
la sola colpa a cui non c'è rimedio.
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